
20 Apr PIASTRINOPENIA: Risultati, commento del caso clinico e nuovo quesito
Cari tutti,
Ci fa piacere notare che la discussione del caso clinico è stata molto apprezzata e ha portato ad una vivace ed attiva partecipazione.
Il caso clinico delle ultime settimane esplora un aspetto un po’ spinoso della gestione del paziente con leucemia linfatica cronica, ovvero la piastrinopenia isolata.
I grafici dei risultati sono visibili a fondo pagina.
Nonostante il peggioramento della piastrinopenia, in assenza di chiari segni di progressione di malattia la maggior parte di Voi ha giustamente optato per uno stretto monitoraggio (36%) o per esami di approfondimento (32%), solo pochi si sono lasciati prendere la mano ed hanno iniziato un trattamento, che in questo momento non sembra indicato né per controllare la piastrinopenia in sé e per sé (corticosteroidi) né tantomeno diretto alla sottostante patologia oncoematologica, considerando il grado moderato della piastrinopenia e l’assenza di manifestazioni emorragiche associate.
Per quanto riguarda gli esami di approfondimento, i Vostri commenti rimandano in prima battuta a verificare la correttezza della diagnosi (giustissimo punto quello della diagnosi differenziale con il linfoma della zona marginale splenica) ed eventuali cause concomitanti (infezioni, cause carenziali ed altre malattie vanno comunque considerate ed escluse). Gli anticorpi anti-piastrine e i test di funzionalità piastrinica, indicati da alcuni di Voi, non sono test di laboratorio affidabili per definire univocamente la natura autoimmune della piastrinopenia e pertanto sono scarsamente utilizzati nella pratica clinica.
Confermata la stabilità della splenomegalia con metodica ecografica, oltre il 60% dei partecipanti al sondaggio ha quindi deciso di proseguire il follow-up, evitando al paziente ulteriori indagini strumentali (TC e/o PET) comunque non dirimenti in questa fase. Un partecipante su 5 ha ritenuto utile procedere a valutazione con biopsia osteomidollare, una scelta volta verosimilmente a valutare e confermare il quadro di incremento dei megacariociti a supporto dell’ipotesi di una piastrinopenia secondaria all’aumentata distruzione (autoimmunità? splenomegalia?). Alla luce della stabilità del quadro tale approfondimento poteva essere procrastinato a tempi successivi, in particolare in caso di progressione con necessità di trattamento.
Nonostante l’ulteriore diminuzione delle piastrine a distanza di 2 mesi dal precedente controllo, i valori di piastrine rimangono di tutta sicurezza, per cui correttamente il 50% circa di Voi ha proseguito il follow-up. Questa ulteriore diminuzione ha invece preoccupato il restante 50% che ha deciso di iniziare una terapia. Nel gruppo degli interventisti circa metà perseguirebbe il trattamento con steroide ad alte dosi nell’ipotesi di una piastrinopenia autoimmune (probabile causa dell’alterazione delle piastrine in questo paziente in quanto la piastrinopenia risulta un’anomalia isolata), mentre la restante metà procederebbe a trattamento specifico della leucemia linfatica cronica. Come da linee guida internazionali il trattamento della patologia oncoematologica andrebbe in realtà intrapreso solo in caso di fallimento della terapia steroidea.
A questo punto la domanda sorge spontanea (SONDAGGIO CHIUSO):
RISULTATI SURVEY CASO CLINICO: PAZIENTE CON PIASTRINOPENIA
maria savare'
Posted at 23:32h, 20 Aprilevalore motivato dall’età, in assenza di sanguinamento