NOVITÀ SULLA CLL DA EHA 2022 – Risultati e commento al sondaggio

Grazie ancora ai nostri aficionados per aver partecipato anche a questa edizione del sondaggio, volta a capire le Vostre impressioni sulle novità presentate all’ultimo congresso EHA nell’ambito della terapia dei pazienti con leucemia linfatica cronica.

 

La prima domanda già ci chiarisce che per motivi svariati solo 1 dei partecipanti su 4 è riuscito a partecipare in presenza o virtualmente al congresso e questo naturalmente influenza le risposte alle domande successive.

 

Chi ha potuto vedere in un modo o nell’altro i risultati presentati conferma che al momento il messaggio principale dello studio GAIA è che in prima linea la chemioimmunoterapia sembra aver terminato il suo corso e le nuove combinazioni basate su targeted agents sono pronte a soppiantarla definitivamente (opzione scelta dal 66.7% dei partecipanti). Quale schema chemo-free sia il migliore resta ancora da definire, anche se oltre il 20% rimarca che nel confronto obinutuzumab vs rituximab in associazione a venetoclax, il primo sembra in effetti conferire un vantaggio in termini di controllo a lungo termine di malattia.

 

Più combattuta è l’interpretazione dei risultati aggiornati del CLL14, dove un terzo (il 37.78%) è rimasto impressionato dalla rilevanza della MRD+ al termine della terapia sulla sopravvivenza globale (con una overall survival ridotta in maniera statisticamente significativa dei pazienti MRD+ rispetto ai pazienti con uMRD).

Un altro terzo di voi (35.56%) ritiene invece che il dato più importante sia la conferma della ridotta PFS anche nel braccio di combinazione venetoclax-obinutuzumab per i pazienti con aberrazioni di TP53 rispetto ai pazienti privi di anomalie. Questo dato, pur con i limiti attuali dell’assenza di dati di ritrattamento, sembra suggerire che la terapia fixed-duration possa non essere la strategia migliore per il controllo a lungo termine della malattia in questa categoria di pazienti.

Al contrario, il 17.78% ritiene che il dato più rilevante nel follow-up prolungato venga dall’efficacia della combinazione venetoclax-obinutuzumab a durata fissa nei pazienti con IGHV unmutated.

E’ infine interessante notare che, anche se pochi, alcuni di voi (8.89%) hanno voluto sottolineare che continua a rimanere difficile trarre delle conclusioni definitive sull’utilizzo della combinazione venetoclax + obinutuzumab, in assenza di dati di ritrattamento con venetoclax nei pazienti progrediti dopo fixed duration in prima linea.

 

Grazie ancora di aver partecipato, avremo presto bisogno del Vostro aiuto per gestire un nuovo caso clinico.

 

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