
21 Nov CASO CLINICO: SLIDING DOORS NELLA TERAPIA DI PRIMA LINEA – Risultati e commento al sondaggio
Grazie a tutti di aver partecipato numerosi al nostro sondaggio!
Questa volta abbiamo ragionato un po’ se e come le diverse indicazioni al trattamento possano influenzare la scelta terapeutica a parità di caratteristiche biologiche in un paziente giovane e FIT.
Sorprendentemente, in realtà, anemia, linfocitosi, splenomegalia, linfoadenopatie bulky non spostano di molto la scelta della terapia in pazienti con CLL e IGHV non mutate TP53 intatta.
Il testa a testa si gioca sempre infatti più o meno al 50% tra venetoclax + obinutuzumab e la terapia continuativa con BTKi (quest’ultima categoria di farmaci in un rapporto di circa 2:1 tra ibrutinib e acalabrutinib).
Il ragionamento ci sembra pienamente condivisibile in quanto, in accordo con le linee guida internazionali, la scelta della terapia è generalmente guidata dalle caratteristiche biologiche di malattia ed in seconda battuta dallo stato di fitness del paziente, mentre non c’è evidenza che una delle strategie sia migliore dell’altra in relazione al motivo della progressione (stante che progressione ci sia, naturalmente).
A seconda degli scenari solo il 5 ed il 13% dei partecipanti ritiene che l’opzione terapeutica più valida rimanga ancora la chemioimmunoterapia (CIT), con FCR che prevale su BR in tutti gli scenari.
Sarà interessante capire in futuro le ragioni (economiche, di maggior abitudine, per incrementare le linee terapeutiche) per cui l’opzione CIT continui ad essere proposta da alcuni colleghi a fronte di dati inferiori di efficacia rispetto alle nuove terapie.
Intervenite pure con commenti!
Grazie ancora della Vostra attiva partecipazione.
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