CASO CLINICO: BTKi E ARTRALGIE – Risultati e commento al sondaggio

Grazie mille a tutti per la partecipazione!

 

La gestione delle complicanze in corso di BTKi continua a dividere i partecipanti. Stavolta abbiamo affrontato lo sviluppo di artralgie da ibrutinib che è un effetto collaterale che rischia di essere molto fastidioso per il paziente, peggiorandone la qualità della vita.

 

A seguito di un primo evento di artralgia di grado 3, circa un 30% sospenderebbe il trattamento fino a risoluzione dei sintomi per poi riprendere a dosaggio pieno, mentre il 70% dei partecipanti proseguirebbe il trattamento con ibrutinib, adottando diverse strategie per il management dell’effetto collaterale (riduzione del dosaggio, FANS, steroide). È interessante notare come nonostante l’artralgia presentatasi sia di grado 3, la maggioranza dei partecipanti proseguirebbe il trattamento a sottolineare come non venga percepita come preoccupante dal punto di vista clinico. Va adottata comunque particolare cautela nell’utilizzo di FANS in corso di terapia con ibrutinib, per evitare un incremento del rischio emorragico dovuto alla piastrinopatia conseguente al loro utilizzo.

 

La paziente nel caso clinico sospendeva temporaneamente il trattamento con ibrutinib, come da scheda tecnica, fino a risoluzione dei sintomi, ottenuta in breve tempo. A quel punto, ragionevolmente, la quasi totalità di chi ha risposto riprenderebbe la terapia con ibrutinib, alcuni a dosaggio pieno, altri a dosaggio ridotto. Entrambe le opzioni sono accettabili, sebbene da scheda tecnica sia possibile tentare il primo rechallenge a dosaggio pieno dopo un primo evento avverso di questo tipo di grado 3. Un peccato sospendere il trattamento a seguito di un primo evento avverso!

 

Alla ripresa del trattamento con ibrutinib a dosaggio pieno e al ripresentarsi delle artralgie di grado 3 dopo appena un mese, nuovamente, le risposte dei partecipanti sono state molto eterogenee. Il 40% circa proseguirebbe/riprenderebbe ibrutinib riducendone il dosaggio, in linea con la scheda tecnica, mentre un terzo dei partecipanti rinuncerebbe al trattamento con BTKi, sprecando però in questo modo una classe di farmaco. Nei pazienti intolleranti ad ibrutinib lo switch ad un BTKi di seconda generazione, come da scelta di un quarto dei partecipanti al sondaggio, potrebbe essere un’opzione risolutiva, anche se attualmente non praticabile a livello regolatorio.

 

Il messaggio rimane sempre lo stesso: usiamo al meglio ogni classe di farmaco, considerando che le opzioni terapeutiche non sono infinite.

 

Alla prossima survey!

                                                                         

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