
16 Mag CASO CLINICO: PAZIENTE CON ANEMIA – Risultati e commento al sondaggio
Grazie a tutti di aver partecipato anche questa settimana al nostro sondaggio.
Il caso del Sig. Giovanni in effetti si presta a molteplici spunti di discussione. Nel primo snodo decisionale molto correttamente la maggior parte di Voi ha indicato la necessità di procedere ad ulteriori approfondimenti alla luce dell’anemizzazione di nuovo riscontro ed in assenza di altri segni di franca progressione. Qualcuno si è fatto prendere la mano nelle valutazioni diagnostiche e ha indicato di prediligere la valutazione midollare, che al momento non sembra essere risolutiva, considerando che l’emoglobina si mantiene superiore a 10 e non abbiamo escluso possibili altre cause. Per le medesime ragioni meglio completare gli accertamenti prima di definire la strategia terapeutica più indicata, se necessaria, come invece ha suggerito una minoranza di Voi più interventistica.
I sintomi B spaventano oltre la metà dei partecipanti al sondaggio, che decidono di inquadrare meglio la situazione addirittura con una biopsia linfonodale nel verosimile sospetto di una trasformazione di Richter. Oltre il 40% procede deciso al trattamento, mentre l’osservazione stretta, condivisa dal 45% dei partecipanti, sembra ancora essere la strategia più ragionevole.
Il Sig. Giovanni è particolarmente sfortunato e manifesta un episodio di anemia emolitica autoimmune, che rimane una complicanza nel complesso rara, della malattia oncoematologica. Come da linee guida internazionali, in prima battura riceve terapia steroidea, ma il fallimento della stessa condiziona la necessità di definire un trattamento per la CLL. Come segnalato nel commento, un’opzione ragionevole, per evitare anche un eccesso di tossicità del punto di vista infettivo, potrebbe essere quella di somministrare rituximab nella speranza di ottenere un rapido controllo dell’emolisi (paziente refrattario allo steroide) e successivamente embricare ibrutinib, secondo tempi e modi da definire anche in relazione alla qualità della risposta a rituximab.
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